No alla criminalizzazione del vino

Oggi il Parlamento Ue deciderà se inserire il vino tra i prodotti dannosi per la salute, dando per buone le indicazioni della Commissione speciale Beca (Beating Cancer): una classificazione che prescinderebbe dalle quantità consumate, demonizzando ingiustificatamente il prodotto.
La scelta sarebbe drammatica per il Paese in generale e per la Puglia in particolare (ad oggi seconda regione italiana per produzione di vino, secondo i dati elaborati da ISTAT per il 2020).

Per la nostra provincia di Taranto, che con il Primitivo di Manduria ha dato orgoglio all’Italia nel mondo, tale decisione creerebbe un danno incalcolabile.

Il vino è cultura, tradizione e lavoro: non può essere criminalizzato mettendo a rischio una filiera che conta 12 miliardi di euro di fatturato e dà lavoro a 1,3 milioni di persone.
Ne conseguirebbero etichette con alert sanitari, un aumento delle tasse, il divieto di pubblicità e di sponsorizzazione. Una spirale che finirebbe per coinvolgere così anche il mondo dello sport (sia dilettantistico che agonistico), che conta su questi finanziamenti.
Sono a rischio centinaia di aziende e una storia secolare, 2419 viticoltori solo per il Primitivo di Manduria: il vino è un patrimonio da salvaguardare, tenendolo lontano da facili allarmismi.
No alla criminalizzazione del vino

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